Grosseto (domenica 1 giugno 2025) – A Grosseto, un incontro promosso da Rifondazione Comunista ha acceso i riflettori sulle difficili condizioni lavorative delle donne, specialmente in Maremma. Forte l’invito a votare Sì ai referendum su lavoro e cittadinanza
di Paola Capitanio
«Le donne sono ancora sfruttate e precarie. Il lavoro resta una merce, e le donne le più penalizzate». È questo il messaggio emerso il 31 maggio a Grosseto durante l’incontro “Le donne e il lavoro”, organizzato da Rifondazione Comunista con CGIL e Cobas Scuola.
Monica Pagni, segretaria CGIL Grosseto, ha ricordato che in Maremma l’occupazione femminile è tra le più basse d’Italia e spesso relegata al “lavoretto”, con salari inferiori e una drammatica mancanza di autonomia economica: «Solo il 9% delle donne italiane ha un conto corrente». Il ricatto del precariato colpisce soprattutto le donne, ancora oggi principali responsabili della cura familiare.
Sara Conte (Cobas Scuola) ha denunciato l’instabilità lavorativa nella scuola, tra continui spostamenti e dimensionamenti penalizzanti. «Essere precari in Maremma significa lavorare rimettendoci», ha detto. Ha inoltre criticato il crescente legame tra istruzione e difesa: «Si investe più nel riarmo che nell’istruzione».
Stefano Galieni (PRC) ha denunciato lo sfruttamento femminile in agricoltura e la carenza di controlli efficaci: «55mila donne impiegate, ma i dati sono parziali e il sommerso è enorme. Soprattutto tra le lavoratrici migranti». Per Galieni, la battaglia per il lavoro si intreccia con quella per la cittadinanza: «Chi cresce qui, studia, lavora, è il futuro di questo Paese. Serve un sì convinto al referendum».
L’incontro ha lanciato un appello forte: l’8 e 9 giugno votare Sì significa difendere il lavoro, la dignità e il futuro.
Last modified: Giugno 3, 2025