Grosseto (martedì 10 giugno 2025) – «Mi fai uno squillo che non trovo il telefono?» può sembrare una richiesta banale, ma può nascondere una truffa informatica insidiosa. Lo ha scoperto a sue spese un giovane grossetano, che ha raccontato la sua esperienza per mettere in guardia altri cittadini.
di Paola Capitanio
«Ero appena uscito da Porta Vecchia – racconta – quando un uomo in auto mi ha chiesto di chiamare il suo numero perché non trovava più il telefono. L’ho fatto squillare e lui lo ha ritrovato nell’auto. Mi ha ringraziato ed è andato via». Sembrava tutto normale, ma poche ore dopo il cellulare del giovane ha iniziato a ricevere chiamate strane: prima dallo stesso numero, poi da numeri nascosti, anche nel cuore della notte.
Preoccupato, si è rivolto alle forze dell’ordine, che gli hanno spiegato di essere probabilmente vittima di spoofing: una tecnica in cui i truffatori mascherano il vero numero di provenienza delle chiamate, facendo apparire quello di un cittadino ignaro. Chi riceve la chiamata è più propenso a rispondere vedendo un numero italiano conosciuto o plausibile, e in alcuni casi può anche essere truffato se sta aspettando una telefonata, ad esempio per una compravendita online.
La Polizia consiglia di spegnere il telefono per almeno 24 ore per interrompere il flusso di chiamate automatiche. Se il fenomeno persiste, è fondamentale sporgere denuncia.
Il consiglio? Diffidare sempre delle richieste di fare chiamate da parte di sconosciuti e proteggere il proprio numero personale. Una piccola distrazione può trasformarsi in un grande problema.
Last modified: Giugno 12, 2025